Carmen Consoli è appena rientrata in Italia dopo i concerti a Montreal, Boston e New York. Il 2 febbraio, all'Auditorium di Roma, darà il via a un tour doppio: acustico e rock. La 'cantantessa' a Vanity Fair confessa di non aver avuto una storia d'amore bella: "Sono state tutte fallimentari. Evidentemente non ho questo karma. Eppure credo nella fedeltà, nell'impegno, nella devozione. Ma sono stata tradita spesso, senza aver mai ricambiato".
"Non è nella mia natura. Nemmeno un musicista, ho mai tradito: lavoro con gli stessi da una vita. Comunque, stando fuori casa otto mesi l’anno, non è facile trovare un uomo che resista al mio fianco. Il telefono non basta. Ma una relazione non è la sola cosa che mi manca".
Per esempio? "Mi manca il mio papà". Suo padre, cui è dedicato il singolo "Mandaci una cartolina", è morto lo scorso maggio. Carmen si commuove. Ci fermiamo. "E anche un figlio mi manca. Mi piacerebbe averne più di uno. Ho un grande senso materno. E sono convinta che li avrò, al momento giusto". Di che cosa è più orgogliosa? "Di non aver mai rinunciato a me stessa. Sono una donna semplice. Mi piace fare la spesa con le mollette in testa, uscire con la tuta, giocare a tennis". Gioca a tennis? "Da quando avevo sei anni. Sognavo di diventare una Sharapova. Ero considerata un talento. Finché ho messo la racchetta di traverso ed è diventata una chitarra". È vero che da giovane pensò di farsi suora? "Più o meno. Ho fatto elementari e medie dalle Orsoline. Ero la cocca delle suore, dicevano sempre: 'Bedduzza Carmen, ti devi fare monachedda'. E io dicevo che volevo farmi monachedda. Poi, a 10 anni, mi sviluppai all’improvviso, e con la terza di seno per loro diventai una che doveva andare a confessarsi tutte le mattine: i ragazzi delle superiori mi guardavano, ero una fan di Madonna, la cantante, però. Cominciarono a trattarmi male. Entrai in crisi. Iniziai a balbettare, a sbagliare i congiuntivi, i condizionali. In terza media bocciarono me ed Elena, le più sviluppate. L’anno dopo andai in una scuola pubblica".
Mai capitato di spaventare un uomo? "Non mi sembra. Sono sempre stata chiara con tutti. Semmai, dato che la paura è legata alla scarsa conoscenza, è successo il contrario: sono io ad aver avuto paura di un uomo". Si spieghi meglio. "Mi spaventano il torbido, l’ambiguità, la non chiarezza di intenti. Mi è capitato spesso di incontrare uomini che ci sguazzavano. E sono scappata".
Carmen con la sua band si lancerà in una tournée dalla doppia anima. In ogni città si esibirà, il primo giorno, in versione rock – lo spettacolo si chiama 'Ventunodieciduemilatrenta', e lei suona il basso –, il secondo in chiave acustica – in questo caso il concerto prende il nome dell’ultimo album 'Elettra', e Carmen è alla chitarra.
Com’è andata in America? "Bene. Anche se è cominciata male. Sono arrivata a Montreal direttamente dalle Maldive, dove con mamma avevo festeggiato il Capodanno. La temperatura a Male era di 38 gradi, a Montreal meno 20... Il giorno dopo mi sono svegliata con 39 e mezzo di febbre". Com’è finita? "Mi è passata dopo il primo concerto. Ho avuto ottime recensioni, sul New York Times e sul New Yorker, e ho capito che, per fortuna, all’estero hanno ancora una buona considerazione dell’Italia e di quello che di buono sappiamo fare: cinema, letteratura, design… E nessuno mi ha chiesto di Berlusconi". La sua amica Emma Dante, regista della controversa ultima 'Carmen' alla Scala, ha dato della "cariatide" a Franco Zeffirelli, che l’aveva criticata. Pensa anche lei che l’Italia sia un Paese per vecchi? "Penso che gli italiani debbano svegliarsi e fare uno sforzo per capire quello che succede intorno a loro. Ribellarsi alle 'armi di distrazione di massa' – certa Tv, certi giornali – che ci hanno resi vassalli di una classe politica impresentabile. Siamo un popolo addormentato e comodo, che non vuole più conoscere la verità, decidere da solo. Un esempio? Abbiamo appena assistito alla riabilitazione di Craxi, magari fra un po' ci sarà qualcuno che vorrà far passare Falcone e Borsellino per persecutori di innocenti. Del resto, una bugia ripetuta tante volte rischia di diventare una brutta verità".
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