domenica 7 marzo 2010

Elena Santarelli: "Da modella venivo trattata come carne da macello"




"A 17 anni, quando ho iniziato a fare la modella, mi sentivo carne da macello perché durante il periodo delle sfilate e dei provini ti fanno stare in mutande e reggiseno per vedere se hai dei difetti perché non vogliono imperfezioni". Elena Santarelli ricorda i suoi esordi: "Ci mettevano un body color carne, ci facevano camminare in fila e quando una ragazza piaceva, la facevano fermare sotto un occhio di bue per osservarla bene. La maggior parte delle volte ricevevo dei no - dice la showgirl a 'Domenica Cinque' - perché ero troppo grossa per loro e troppo antica perché ricordavo la Schiffer o la Mazza".
È diventata mamma di Giacomo, il figlio avuto dal calciatore Bernardo Corradi. "All'undicesima settimana di gravidanza ho avuto un'emorragia, sono corsa all'ospedale e mi hanno detto che avrei dovuto fare il raschiamento perché stavo perdendo il bambino. Mi è crollato il mondo addosso perché volevo con tutto il cuore diventare mamma e farlo da giovane, - racconta - ma mi sentivo impotente perché non potevo fare niente per il mio bambino. Con quello che avevo io solo una donna su dieci riesce a portare in fondo la gravidanza, ma io non ho mollato e anche il mio compagno mi diceva che il nostro bambino era forte e ce l'avrebbe fatta. E così è stato".
Ammette di non aver vissuto bene la gravidanza: "Ho sempre avuto un po' di distacco tra me e la pancia fino a quando non ho preso in braccio mio figlio Giacomo. Bernardo è stato con me per tutto il tempo del travaglio, ma poi l'ho mandato fuori perché non amo che l'uomo stia là in quel momento. Mi sentivo super potente perché stavo generando e solo io, in quanto donna, potevo farlo e ti rendi conto di quanto sei forte. È questa la vera forza delle donne".
Si sposerà quando "Bernardo smetterà di giocare". "Voglio fare le cose all'antica, voglio sposarmi, fare il viaggio di nozze ed entrare nella mia casa perché quando sei la compagna di un calciatore si vive un po' come le zingare. E poi vorrei che mio figlio Giacomo mi portasse le fedi, adesso ancora non cammina, magari il prossimo anno".

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