lunedì 31 marzo 2008

Intervista a: Jessica Polsky






Attrice, ballerina, cantante. Cresciuta tra il Texas, New York e Los Angeles. Ancor prima di diventare famosa qui da noi, Jessica ha fatto un gran numero di esperienze artistiche negli States, passando dalla danza classica al musical e quindi al cinema, anche nel ruolo di assistente alla regia, oltre che come attrice.
In Europa arriva nel 2001, pur avendo visitato spesso Firenze già in passato. Dopo essere stata in tournée col kolossal "I Promessi Sposi" viene notata dalla TV italiana, che presto la recluta per il programma cult "Camera Cafè". Da allora la sua carriera è stata in rapida ascesa, tanto da arrivare alla co-conduzione del Festivalbar.
Dopo aver anche collezionato premi e riconoscimenti, Italia 1 le affida un programma comico, "Sputnik", per poi arrivare alla recente sit-com "Piloti", su Rai 2, di cui Jessica sta girando ora la seconda stagione.
Abbiamo contattato Jessica proponendole questa intervista, e lei ci ha letteralmente travolto col suo entusiasmo, la sua simpatia ma anche con la sua preparazione artistica, che molte italiane dovrebbero invidiarle. Con molto, molto piacere, vi proponiamo ora questa piacevolissima chiacchierata, sicuri che presto vorrete sapere molto altro su di lei!



Ciao Jessica! Benvenuta sul nostro sito! È un piacere incontrarti! Spero tu abbia voglia di sottoporti alla nostra lunga intervista :)

Ma certo! E’ un'onore! Ci tengo tantissimo ad utilizzare qualunque mezzo possibile, e meglio ancora se simpatico e informale per avvicinarmi ai fans e farmi conoscere. Poi il vostro sito mi piace molto, e vedo che avete già intervistato alcune mie colleghe brave, simpatiche, e belle.

Tanto per cominciare, una domanda apparentemente banale: come stai?

Benissimo. Stanca, ma felicemente. Questo perchè è il tanto lavoro di questo periodo che mi sta “stancando”- ma sono talmente grata di fare questo lavoro ed avere queste occasioni che non me ne lamento affatto.

So che ultimamente stai girando la seconda serie di “Piloti”, come stanno andando le riprese?

Da sogno. Girando la prima edizione l'anno scorso, e creando questi personaggi dal nulla, c'era tanto tempo— non voglio dire “perso”— ma “dedicato” a costruirli e capire chi fossero, e che dinamiche creare tra uno e l'altro. Ma tornando sul set adesso e conoscendo già bene il proprio personaggio, ed anche gli altri e che rapporti hanno, allora, ci si può permettere di buttarsi subito nell'interpretazione di ogni scena e situazione e approfondirle molto oltre dove riuscivamo a portarle l'anno scorso. Stiamo lavorando tanto, ma bene....d'altronde, con questo meraviglioso quartetto (Tortora, Bertolino, Burinato ed io), per non parlare del fenomenale staff di autori, regia, redazione, e ogni elemento della produzione; non si può che lavorare bene.

Hai qualche altro progetto futuro che stai valutando?

Piloti andrà avanti per un po', lavoreremo anche per tutto l'autunno prossimo. Poi sarò nella giuria di Singing Office, nuovo e simpaticissimo reality game di Sky Vivo già di grande successo negli Usa, Germania, e Svizzera, che mette alla prova tutti i dilettanti cantanti negli uffici delle più grandi aziende del paese. Sto anche collaborando con due canali per ragazzi su Sky—“GXT” e “Jetix”--per vari programmi nei loro palinsesti, ed è un'esperienza molto divertente. C'è altro ancora, e vi prometto lo scoop non appena è tutto confermato!! :)

Puoi raccontarci quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo dello spettacolo?

I miei primi “passi” nello spettacolo erano più o meno contemporanei ai miei primi “passi” fatti nella vita! :) A 3 anni ho iniziato a ballare, e poi poco dopo ho scoperto anche il canto e la recitazione. Così intorno ai 7 anni già facevo i musical e da lì ho iniziato a lavorare come “bimba professionista” senza più smettere. Sono andata avanti lavorando e studiando per tutta l'infanzia e adolescenza, e poi mi sono trasferita a New York per avviare la mia carriera a Broadway. Ho avuto molta fortuna fin da subito nei sacrosanti teatri di Broadway, ed altrettanto in giro per il mondo in anni di tournèe di grandi musical. Sono stata chiamata per seguire la regia di un musical kolossal italiano—I promessi sposi di Tato Russo e il Teatro Bellini di Napoli—nel 2003, e nei mesi che giravo come direttrice artistica dietro le quinte, tra una cosa e l'altra, mi è stato proposto il ruolo a Camera Cafè. Così, finito il tour, sono rimasta in Italia, inaspettatamente, e le occasioni di seguito sono state tali che non sono più tornata negli States alla mia carriera Newyorkese.

Qual è la più grande soddisfazione artistica che hai avuto finora?

Che domanda! Guarda, sono stata talmente fortunata nella mia vita a realizzare i miei sogni d'infanzia fin dall'infanzia, e a trovarmi a fare cose che non mi sarei mai immaginata di fare, che perciò le soddisfazioni sono infinite. Però, devo dire che spesso non sono le grosse, clamorose, “botte”--premi, riconoscimenti, conquiste--che vengono in mente, piuttosto dei piccoli momenti abbastanza privati, ma significativi. Leggere un copione, ad esempio, e vedere che gli autori mi hanno affidato una battuta bella o un momento clou della trama, a dimostrazione che si fidano della mia capacità. O il fatto che mi cerchi un regista appositamente e mi dica: “ho un nuovo progetto nel quale c'è un ruolo che ho pensato proprio per te”. Piccoli gesti che mi comunicano che la gente del settore mi stima in qualche modo, e crede in me. Poi ti dico che alcune delle soddisfazioni più grosse che abbia mai sperimentato erano da regista/direttrice/coreografa, dietro le quinte. Anche se non ero io in scena, è una sensazione diversa, ma strepitosa, vedere che hai realizzato qualcosa di bello che piace alla gente, e che ha la tua firma. E' il massimo della creatività e mette alla prova tutte le tue competenze, quindi quando poi funziona, è indescrivibile.

La tua biografia dice di te: “ballerina, attrice, cantante”. Quale di queste professioni preferisci?

E' come chiedere ad una mamma a quale suo bimbo vuole più bene. Non si può! Ognuno regala emozioni diverse e mezzi diversi per comunicare con il pubblico. Ma ognuno ha anche i suoi limiti. Per questo, già da piccolissima, ero sempre attratta ai musical: l'unica forma di esibizione che ti permette di utilizzare diverse modalità di espressione contemporaneamente e così assicurarti di emozionare il tuo pubblico.

Un ruolo che come attrice ti piacerebbe interpretare?

Il mio sogno è sempre stato di interpretare Giulietta, ma mi sa, ahimè, che sia un pelino troppo tardi.... Giulietta dovrebbe avere 13 anni! Non sono pronta per l'ospizio, ma neanche posso convincere nessuno di avere 13 anni. Ho fatto diversi anni in tournèe del musical West side story, che è il remake anni '50 di Romeo e Giulietta, ma anche lì non mi facevano fare Maria (“Giulietta”) visto che deve essere portoricana, ma altri ruoli femminili. Quindi, tuttora mi manca sul curriculum, e dubito che riuscirò a rimediare! :)

Tu sei americana (texana, per la precisione!): c'è più attenzione per l'arte e lo spettacolo in Italia o negli States?

Attenzione, no. La differenza più grande è nell'organizzazione dello showbiz da noi, prima di tutto. Cioè che ogni settore e ogni lavoro dello spettacolo è coperto e regolato da un sindacato proprio, ed i sindacati dettano tutto. Hanno più potere ancora delle produzioni. Questo ci garantisce tutela e certe considerazioni base di condizioni di lavoro, e fa anche da “filtro” per far sì che a lavorare siano solo professionisti meritevoli con un minimo di esperienza, formazione, talento, e gavetta. Qui in Italia non manca minimamente il talento: ce n'è, ed è stratosferico! Il problema è che, senza struttura e regolamentazione del settore, persone con “nè arte nè parte” hanno la possibilità di entrare nell'ambiente—per il quale non hanno le più minime credenziali—portando via i posti a chi, magari, ha studiato, ha sacrificato, e ne ha un vero dono.

Il grande pubblico ti ha conosciuta grazie alla sitcom “Camera Cafè”, e da lì la tua carriera italiana ha avuto un vero boom: che ricordo hai di quella esperienza?

Io devo davvero tutto a Camera Cafè e ne sono -ne sarò- sempre riconoscente. Mi ha aperto tutte le porte che mi hanno condotta a dove sono arrivata oggi. I miei ricordi sono molto belli, ho stretto amicizie carissime che mi tengo strette e non mi farò mai scappare (Debora Villa (“Patty”), Alessandro Sampaoli (“Silvano”), e molti altri). Eravamo un gruppo molto affiatato e ci appoggiavamo come una famiglia. Su un livello professionale era una “scuola” ottima per una certa tipologia di comicità, e come lavorare con determinati ritmi e esigenze particolari---come una telecamera fissa, ad esempio.

Hai anche qualche rimpianto, o ritieni di aver colto tutte le migliori occasioni che ti si sono presentate?

Nessun rimpianto. Piuttosto sono sempre stravolta quando penso a quanto di bello ho ricevuto da questa vita e questo lavoro, è imbarazzante! E mi motiva di lavorare ancora più sodo e spingermi ancora oltre per dare in cambio al pubblico ed al mestiere ciò che hanno sempre regalato a me.

Anche “Piloti” ha ricevuto un grande successo di pubblico. Ritieni dunque che le sitcom siano il tuo ambiente ideale? O vorresti anche tornare al grande cinema, che tra l'altro hai anche affrontato come assistente alla regia?

Vado avanti con le sitcom finché mi vogliono, perchè è davvero gratificante e fare ridere alla gente è un incarico di massima importanza in questi tempi. In Italia mi sono fatta questa strada, ma in realtà mi sono formata anche come attrice drammatica, e chissà se avrò mai la chance di dimostrarlo! Infatti, quando i miei amici e colleghi a New York sanno che sono vista “un'attrice comica” qua, la loro risposta è sempre: “TE?!!”, perchè ho sempre fatto tutt'altro! Io punto sempre sull'ampliare la mia carriera nell’ambito del cinema. Non è facile, ti dico, perchè c'è un'inspiegabile pregiudizio dalla parte del settore di film nei confronti di che fa la televisione, come se gli attori “televisivi” fossero di una capacità più scarsa. Invece se uno è bravo a recitare è bravo a recitare, punto e basta. E' logico che se un'artista è bravo, sveglio, formato e istruito bene, allora sa anche come valutare la situazione e adattarne la sua performance—se è sul palco, davanti ad una macchina da presa, in radio, comunque sia. E' davvero un peccato perchè ho lavorato personalmente in teatro, in televisione, in film, nella regia, in tutte le vesti e ogni esperienza non fa che arricchire ed approfondire le capacità negli altri settori, rendendomi non meno pronta per affrontarne gli altri, ma di più! Spero tanto che si inizi a ribaltare questo modo di ragionare perchè le etichette di “attore di tv”, “attore di teatro”, “attore di cinema” sono ridicole. Uno è attore - bravo o no che sia - e basta.

Hai un MySpace e un sito molto curati, accattivanti e personalizzati: cosa ne pensi di questo nuovo modo di comunicare e di promuovere il proprio lavoro artistico?

Io sono stata risucchiata dentro il mondo di MySpace (www.myspace.com/jessicapolsky) dai miei amici e familiari negli Usa come modo carino di stare in contatto, ma poi l'ho scoperto come un ottimo modo di comunicare con i fans! Era da tempo che cercavo una soluzione perchè il mio sito ufficiale (www.jessicapolsky.com) è molto formale e giusto come strumento di presentazione e informazione, ma non è interattivo e non mi permette di avere comunicazione a “doppio senso” con chi mi segue. Volevo non solo un modo di interagire direttamente con i fans, ma anche un modo informale, simpatico, creativo, personale, e alla mano per farmi conoscere per chi sono come persona normale, non come personaggio.

Sapresti dirmi, più o meno, quanti commenti, mail e messaggi ricevi in un giorno?

Oddio, tantissimo. Infatti vorrei approfittare di quest'occasione per comunicare a tutti i vostri lettori che, davvero, faccio del mio meglio per rispondere a tutti, ma è umanamente impossibile. Ho dei preziosissimi, pochissimi, istanti al giorno da dedicare alla corrispondenza sul computer, e non riesco mai a starci dietro e vedermi con ogni lettera. Quindi, perdonatemi, vi prego! Chiedo comprensione e pazienza, perchè faccio davvero il massimo, ma il tempo proprio non c'è per fare tutto!

I tuoi ammiratori sono riusciti in qualche modo a conoscerti meglio, tramite internet? Intrattieni una “corrispondenza” con chi di loro ti scrive spesso?

Internet, per me, è uno strumento impagabile per farsi conoscere e tenere al corrente tutti delle mie attività. E' anche particolarmente di valore visto che ti permette di avere un certo rapporto e vicinanza alla gente, senza problemi di sicurezza, che, purtroppo, oggigiorno, sono deterrenti reali nel permettersi di farsi conoscere. E poi, mi diverto pure! Il mio sito e il mio MySpace sono reali rappresentazioni di chi sono come persona! Progettarli e aggiornarli è proprio un esercizio creativo. Sono davvero fortunata perchè i miei fans sono alcune delle persone più gentili, più entusiaste, più dolci, e più educate che ci siano. Con alcuni ho un rapporto molto carino, anche se, come ho detto sopra, fammi sentire sempre è impossibile. Ma sono comprensivi e non smettono mai di sostenermi! Mi commuovono sempre i loro gesti di sostegno.

Indubbiamente sei una bellissima ragazza: quanto conta questo fattore, tanto nel lavoro quanto nella vita?

Uffa. Allora, non mi vedo una bella ragazza, e non do all'argomento tanta attenzione. I più grandi complimenti per me riguardano sempre la mia competenza semmai, perchè se una ragazza è bella è nata così, non ha alcun merito! :) Ma se una è brava, invece, allora si sarà data da fare nella vita e quindi QUESTA merita un complimento! Per quanto conta, allora, è chiaro che piace a tutti guardare una persona attraente sullo schermo o sul palco, ma se poi apre bocca ed è negata a fare il suo lavoro di relazionarsi con la gente o comunicare le emozioni o raccontare una storia, allora, non conta niente quanto sia avvenente.

In questo lavoro, quanto conta la voglia di sentirsi ammirate?

Il sentirsi ammirati è una bella trappola, attenzione! Tante persone prendono questa strada quasi unicamente per soddisfare quella voglia! Ma non prendono in considerazione che per essere ammirati, bisogna prima guadagnarsi l'ammirazione del pubblico attraverso la qualità del lavoro che fai. Questa è una brutta sorpresa che molti non si aspettano ma che, fortunatamente, scoraggia e manda a casa persone che avevano le motivazioni totalmente confuse e che non meritano di fare questo lavoro.

Qual è lo stile fotografico che ti piace di più?

Fotogiornalismo, momenti della vita, o di un avvenimento, o di un evento storico rubati in un istante e congelati nel tempo.

Quali sono a tuo parere le caratteristiche essenziali per fare una foto artistica? E per farne una sensuale?

Per noi ragazze la domande più importante quando si considera una certa tipologia di fotografia è piuttosto: “cosa vuoi fare da grande?”. Spesso ragazze mi chiedono consigli su quest'argomento, ed è, infatti, da considerare con un certo peso. Questo perchè lavoriamo in un mercato dove una volta che ti sei spogliata o sei una ragazza “da calendario”, diventa molto difficile essere considerata per determinati lavori. Attenzione—NON “tutti” i lavori, per carità, ma ci sono mille strade nello spettacolo, e se una mira ad interpretare Medea sul palco della Scala, ad esempio, deve fare delle scelte congrue e coerenti durante il suo percorso. Quindi, una ragazza deve pensare bene a quali siano i suoi obiettivi nello spettacolo, che carriera vorrebbe, prima di presentarsi in un certo modo, perchè l'ambiente fa presto a schedare e non si dimentica facilmente. Non c'è assolutamente niente di male in una scelta di posare nuda, o sexy, anzi! E' semplicemente importante tenere presente che se si ambisce ad andare in una certa direzione, nonostante quanto possa lusingare o pagare bene una proposta, potrebbe chiuderti delle porte per il futuro. Ognuna è libera di decidere, ma è fondamentale la consapevolezza che non è una mossa compatibile con tutte le strade.

Tornando al tuo lavoro, c’è un messaggio che vorresti fare trasparire assolutamente a chi ti segue?

La mia gratitudine, e basta.

Come si abbina il tuo lavoro con la tua vita privata? Riesci a conciliare amicizia, amore con la professione che svolgi?

Grazie Dio mio marito (Michel Altieri) è un attore quindi ci capiamo e sappiamo cosa vuol dire fare questa vita. Avevo cercato, nel passato, di frequentare ragazzi fuori dall'ambiente, ma si arrivava sempre alle stesse malcomprensioni e risentimenti nei confronti dei ritmi ed esigenze di questo lavoro: viaggi, assenze, orari assurdi, imprevidibilità. Io e Michel abbiamo del prezioso tempo quando siamo insieme e tranquilli che ci bastano delle cose semplici—una cenetta fuori, una gita fuori città, e le facciamo bastare per i periodi quando facciamo fatica persino a sentirci per sms. In una coppia dove entrambi si lavora nello spettacolo, in cui non è scontato vedersi ogni sera (o a volte neanche ogni settimana visto che Michel è spesso in tournèe con i musical o sono io via per lavoro), s’impara ad apprezzare qualsiasi momento trascorso insieme. Per gli amici e la famiglia poi è ancora più difficile. Specie per me visto che i miei più cari sono oltreoceano e mi mancano da morire. Ringrazio Dio che esista Skype!!! :)

Approfondiamo un po’ la tua conoscenza, ti va?

Let's go!

Gioie e dolori della tua vita: qual'è la cosa che ti piace di più del tuo lavoro e quale cambieresti volentieri?

la cosa che mi piace di più del mio lavoro è il poter comunicare con il più grande numero di persone possibile. La cosa che cambierei volentieri è il doversi mettere i tacchi... :)

Tre aggettivi per descrivere il tuo carattere.

Curiosa (nel senso di voler sapere/scoprire/capire, non “strana”), buffa, riconoscente.

Qual è il tuo rapporto con la spiritualità, la religione?

Le mie credenze spirituali mi sostengono nel modo più assoluto e senza di loro non avrei mai superato alcuni momenti nella mia vita. Vivo la spiritualità mia in ogni piccolo momento, non c'è una separazione dalla spirituale neanche dalla più banale attività quotidiana.

Hai paura della solitudine, oppure lo ritieni un momento di crescita interiore?

Amo essere da sola. Alcuni dei momenti più importanti e più formativi della mia vita li ho passati da sola, soprattutto in viaggio. Da studentessa universitaria ho preso una pausa in mezzo alle mie due lauree (una in italiano, l'altra nelle performing arts (“spettacolo”)) e ho girato il mondo da sola, in autostop, dormendo negli ostelli per la gioventù (o dove mi capitava) e non puoi neanche quantificare il valore che abbiano quelle preziose esperienze nel plasmarti.

Se non fossi diventata quel che sei, cos’avresti fatto nella vita?

A New York ero in scena in teatro di sera, ma di giorno gestivo un centro per le terapie alternative, di rimedi naturali, ed è una ricerca che porto avanti anche ora. Sicuramente sarei stata una terapista in una delle modalità di guarigione che ho studiato: un lavoro di un gratificante che non posso neanche descrivere.

Un pensiero sul tuo paese natale: come giudichi la situazione degli States a pochi mesi dalle elezioni così delicate?

Negli States c'è un'aria molto simile a quella che tira in Italia attualmente: cioè si è talmente stufi e delusi dallo stato del paese e dei capi e dei meccanismi che lo governano, che si vuole veramente fare piazza pulita e ribaltare tutto, con il più grande cambiamento possibile. C'è tanta attenzione dedicata al fatto che il candidato del partito democratico sarà o una donna o un uomo di colore, entrambi pietre miliari nella storia del paese. Ma è sbagliato concentrarsi sul genere o colore di pelle dei candidati: la questione è piuttosto chi può rimediare i guai del predecessore e portarci avanti con dignità.

Un film, un libro e un disco che, al momento, ti rappresentano.

Il mio film preferito di tutti tempi non cambia, ed è Il colore viola. Un libro strepitoso di cui mi sono innamorata: Vita, di Melania Mazzucco. Un disco: la colonna sonora del musical Broadway “Wicked”, con tanti amici miei.

A tuo parere, cosa apprezzano di più in te i tuoi ammiratori?

Non so... magari, anche se non ci riesco sempre, che davvero, ma davvero, ci provo ad essere più disponibile possibile. Tant’è che spesso lo riconoscono.

Qual è la parte del tuo corpo che ti piace di più, e perchè?

I miei bruttissimi piedi! Sono inguardabili, anni di danza li hanno massacrati, ma li porto con orgoglio come una cicatrice di guerra per un soldato.

Classico “giochino”. Ordina queste caratteristiche secondo le priorità della tua vita: Amore, Carriera, Amicizia, Soldi, Bellezza.

Amore-Amicizia quasi pari, poi Carriera, poi Soldi, poi Bellezza.

Qual è il tuo più grande sogno, personale o professionale?

Lo sto vivendo! E che non finisca più!

Bisogna ancora credere nell'amore, o è un sogno utopico?

Sì, ma bisogna prendersi la responsabilità di lavorare su se stessi sempre mentre si costruisce una vita insieme, perchè spesso sono le proprie questioni o i propri blocchi che interferiscono e compromettono una bella coppia.

Se vuoi, fai una dedica ai nostri lettori...

A tutti i miei fans italiani: non solo mi ospitate in questo bellissimo paese e mi date delle opportunità bellissime, ma in più mi seguite e mi sostenete. Questo è più di quanto una piccola ragazza del Texas potrebbe mai immaginarsi. Ve ne sono grata, con tutto il cuore e VI VOGLIO BENE!!! :)
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1 commento:

Anonimo ha detto...

ma che bella e bona sei!