giovedì 2 settembre 2010

Intervista a: Chiara Iezzi




Oggi vi regaliamo un'intervista a Chiara Iezzi, la prima per Sotto i Riflettori, che ha già ospitato diverse volte sua sorella Paola.
Anche Chiara, ovviamente, è impegnata nella promozione del singolo Pioggia d'estate, che precede il nuovo album di prossima pubblicazione. Ma non solo: Chiara ha anche interpretato la canzone L'altra parte di me, colonna sonora del film Maledimiele, scritto e diretto da Marco Pozzi. Il film verrà presentato al Festival del Cinema di Venezia, dove anche Chiara presenzierà, l'11 settembre.
Intanto, godetevi questa lunga chiacchierata!


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Ciao Chiara, benvenuta sulla nostra webzine! Come stai vivendo questa estate di lavoro e musica?

CHIARA: Va tutto molto bene grazie. Mi sto divertendo e c’è ancora tanto lavoro da fare. Lo show dal vivo è impegnativo e stiamo finendo l’album, che uscirà ad ottobre. Il video sta piacendo tantissimo, il singolo è stato numero 1 su ITunes. Stiamo lavorando anche sulla versione spagnola del cd. È un momento intenso, di costruzione.

A proposito di estate: come le vivevi prima di diventare una cantante di successo? Eri la tipica adolescente da vacanze al mare con la famiglia, o hai vissuto fin da subito la libertà di viaggiare da sola alla scoperta del mondo?

CHIARA: Fino ai 16, 17 anni con la famiglia. Anche se in verità a 15 anni ero già andata a Londra da sola con un’amica per studiare inglese. Dopo i 18 mi sono organizzata diversamente, a volte con mia sorella, a volte con amiche. Fino ad ora non ho mai smesso di viaggiare.

Riagganciandoci alla domanda precedente: la celebrità toglie di più rispetto a quel che dà, o in fondo si tratta di uno scambio vantaggioso? Hai mai rimpianto la tua vita di “prima”?

CHIARA: Non l’ho mai rimpianto, anzi. Ogni scelta ha i suoi pro e contro, ma in tutta sincerità, nonostante a volte non sia semplice mantenere successo ed equilibrio, sono assolutamente felice di quello che faccio e delle scelte intraprese. Forse all’inizio ho vissuto con conflitto il lento formarsi di un’immagine pubblica, che per forza di cose ha sfumature differenti da quella privata. Ma poi si è tutto armonizzato. Lo si accetta.

Te lo chiediamo ora e poi promettiamo che non lo faremo più: c'è mai stato qualcosa di vero nelle voci degli ultimi anni che volevano il duo Paola & Chiara in crisi?

CHIARA: Sono 13 anni che siamo in crisi, per fortuna (ride). Crisi vuol dire opportunità e tra noi lo scambio di opinioni è sempre stato vivace e determinato. Abbiamo entrambe un carattere diversissimo e molto forte. Ci sono equilibri da conquistare ogni volta, ogni giorno, senza perdere la visione in prospettiva. Ci lega l’affinità nel desiderio di costruire qualcosa che ci rappresenti nel modo più coerente con la direzione scelta. Lavoriamo con passione ai nostri progetti e quel che ne viene fuori è sempre qualcosa di originale, unico. Mille discussioni, telefonate e confronti quotidiani permettono a entrambe di avere una parte attiva nel gruppo; si è quindi sviluppato negli anni, uno stile che di sicuro è particolare e riconoscibile.

Il singolo Pioggia d'estate è preambolo al vostro nuovo lavoro. Ci puoi anticipare qualcosa in merito? Che disco sarà?

CHIARA: Un disco molto più rock, nell’intenzione e nel suono. È un disco nato da un periodo ricchissimo di esperienze e riflessioni. Siamo cresciute sotto vari punti di vista.

Hai alle spalle anche una soddisfacente prova come solita. In futuro avremo di nuovo modo di vederti in questi panni, o si è trattato di un esperimento unico e irripetibile?

CHIARA: Sì, è andata molto bene. Chi lo sa. Per entrambe la creatività e l’imprevedibilità sono aspetti ricorrenti e ormai imprescindibili. Di sicuro l’esperienza solista ha creato un’energia e un percorso differente, ha testato le diverse responsabilità che poi sono state molto utili negli ultimi tre anni. Crescere vuol dire mettersi in gioco sul serio. Non è stato facile decidere. Tuttavia era necessario, fisiologico. Sono felice che il coraggio sia prevalso rispetto alle paure e abbia infine premiato. Il coraggio è molto importante. Ribaltare schemi e rischiare, a volte è fondamentale per evolvere.

Nei paesi anglofoni si stanno imponendo sempre più spesso delle cantanti che uniscono talento, senso artistico, provocazione, erotismo e voglia di stupire. Tutte caratteristiche che appartengono fortemente anche a te e a Paola. Perché in Italia un certo genere di critica parte sempre prevenuta nei vostri confronti? Hai mai avuto la sensazione che, se foste nate in Inghilterra, sareste celebrate a livello mondiale?

CHIARA: Diversi giornalisti ce lo dicono spesso. Dicono che siamo particolarmente ardite per il mercato italiano. E’ possibile che sia così, ma non so alla fine. Chi ti critica molto però infondo ti ama, se no forse, gli saresti indifferente. Le nostre scelte accadono in modo naturale, non cerchiamo di essere diverse per forza, facciamo semplicemente quello che sappiamo fare. Amo l’Italia, nonostante le sue difficoltà. In passato mi lamentavo, oggi invece mi sento nella posizione in cui non mi aspetto nulla da nessuno, o dalla società in generale. Niente è dovuto. Davvero. Siamo in un'era in cui forse dovremmo tutti rimboccarci le maniche e chiederci cosa ognuno di noi potrebbe fare nelle proprie scelte di tutti i giorni per migliorare noi stessi e ciò che ci circonda.
Per me, ad esempio, non è una scelta etica, e ci tengo a precisarlo. È una scelta d’amore che provo ogni giorno sulla pelle. Non mi interessa per forza apparire in un certo modo, magari per sentirmi dire che sono buona, bella, brava o perfetta. Nessuno lo è. Oggi amo sentire profondamente quello che faccio, non perché la società lo richieda o perché è un dovere. Non mi piace agire in un certo modo perchè infondo desidero ardentemente avere l’approvazione di qualcuno o perché ho paura di perdere qualcuno tra cui il pubblico stesso. Essere compiacenti è etico e l’etica è uno sforzo intellettuale puramente logico, è politica. È un’operazione molto comune, massificata e diffusa. Ne ho fatto parte, l’ho vissuta e ci ho creduto fino a esserne sfinita, ma ora non mi appartiene più.
Oggi finalmente riesco a parlarne da un punto di vista distaccato. Ciò che vorrei dire è che è bello essere amati e apprezzati, avere successo e stare bene in salute, avere belle cose. Ma nulla deve diventare un’ossessione senza la quale poter vivere, se no è un inferno. Tornando alla musica, posso dire che il nostro impegno è molto intenso; ci piace fare pop contaminandolo con influenze e variazioni di stile che ci ispirano di volta in volta. Del resto c’è anche tantissima gente che adora e stima la nostra musica, che nota lo sforzo. Al momento, comunque, stiamo preparando il disco anche in spagnolo. Abbiamo già avuto molto successo all’estero, sono pronta al fatto che possa ancora succedere e che possa andare anche meglio di allora.

A proposito di provocazione ed erotismo: cosa ne pensi del loro connubio con la musica? Come mai esso funziona sempre più spesso?

CHIARA: La carica sensuale è imprescindibile da una persona, che sia artista o no. Se sei in una stanza e arriva un individuo carismatico, in molti si gireranno a guardarlo. Questo succede perché di sicuro questa persona ha un’energia speciale, inclusa quella sessuale. il carisma è seducente per sua stessa naturale definizione. Tuttavia penso che Il fascino di un individuo non abbia nulla a che vedere con l’ammiccamento. Non amo le cose ammiccanti, secondo me denotano scarso appeal e poca fiducia in se stessi. Il fascino è una cosa autentica, l’ammiccamento è una recita dove manca energia. Una persona che ammicca, sembra quasi ti voglia rubare qualcosa. Il fascino invece sa dare energia e ispirare gli altri. Credo ci sia molta differenza tra le due cose. Chi non ha carica sensuale o pensa di non averla, o non è viva, o non sta usando il massimo del proprio potenziale o non ha niente da dire, ma la vedo un po’ irreale come situazione. Non c’è nessuno al mondo che non abbia qualcosa da dire. Se non lo fa è perché sta reprimendo una parte di sé o probabilmente ha paura di essere giudicato.

Tu sei anche fotografa e pittrice. Correggici se sbagliamo, ma nelle tue opere abbiamo notato forti riferimenti alla fisicità, alla femminilità e anche all'eterno dualismo amore e psiche. A questo punto non c'è nulla di meglio se non chiederlo direttamente a te: qual è la forza motrice principale della tua arte?

CHIARA: Quelle opere sono nate da forti conflitti e ossessioni. Ci sono stati due periodi della mia vita in cui ho smesso quasi di parlare. A 12 /13 anni, mi sono rinchiusa in un mondo mio e dopo un anno mi è venuta fuori la voce. La voce mi sembrava davvero l’unico mezzo possibile per comunicare. Con la parola, qualunque cosa dicessi, mi sembrava che nessuno capisse realmente o avesse interesse a sapere cosa avessi da esprimere. Ero un’adolescente ribelle, molto arrabbiata e con la pretesa di essere capita come quasi tutti i teenagers. Poi è arrivata la seconda volta, durante la fase creativa di quelle opere, dopo i trent’anni. Una crisi forte aveva messo in discussione molti aspetti miei personali. Amo le grandi opere d’arte e andare a mostre, tuttavia vivo i ricordi legati a quel momento come se appartenessero al passato, ormai. Quando dipingevo era il segnale che mi trovavo isolata dal mondo, che avevo perso la capacità di comunicare agli altri il mio disagio. Non trovando un sistema per trasmettere all’esterno le sensazioni che provavo, mi sono messa a dipingere. Da allora comunque, non ho più toccato un pennello, al momento non ne sento la necessità. Soltanto i dipinti più recenti, quelli con i costumi da bagno anni trenta sono più divertenti. Semmai dovessi ricominciare, ora come ora mi piacerebbe riprendere da lì. Ma poi chi lo sa. Vedrò più avanti, nel caso.


Glamour, provocazione, erotismo, stile, sperimentazione: in quale di questi termini ti riconosci di più, e perché?

CHIARA: Sento affinità in generale un po’con tutto . L’immagine è una cosa affascinante ed è anche profondamente legata a ciò che sei come essenza, inclusi qualità e mancanze. Scelgo consapevolmente di non volermi impegnare a rincorrere un'immagine nella quale identificarmi, di base non mi sento più di voler rincorrere nulla. Da artista, ho smesso di fuggire dai miei vuoti, mi sforzo di comprenderli per poi abbandonarli . Questa cosa mi ha rigenerato, a piccoli passi.
Le cose esteriori come la cura dell’immagine sono molto molto importanti, necessarie e divertenti, ma solo per un uso temporaneo. A volte gli artisti ma anche le persone che fanno altri lavori si mascherano, per apparire più forti, più interessanti, ma dentro sono a pezzi, depressi. Nessuna maschera può durare a lungo e può diventare la peggiore prigione. Credere nella maschera è triste e poco creativo. Lo dico perché l’ho provato in prima persona. Tutto ciò che realmente non ti appartiene prima o poi lo perdi, non te lo puoi costruire addosso; ogni cosa va conquistata e meritata perché possa restarti accanto. Una persona infondo ha stile con e senza abiti e make up; tutto parte da ciò che pensi. Tutto è in prestito e passa nella vita, si trasforma in qualcos’altro, prima o poi. Lo stile, così come la magia del Glamour vengono dal carisma. Penso che la vera forza di una persona risieda negli occhi, nel modo di essere, nella grandezza di un gesto semplice e non artefatto.
La capisci subito, l’energia di un individuo ed è la scelta della persona di indossare quell’abito o quell’accessorio che ne denota la personalità; non dovrebbe mai essere l’abito a scegliere la persona, perché a volte ci sono casi in cui l’abito è più forte della persona. Sottolineare la differenza tra le due cose, infondo lo trovo semplice e utile. Ma la semplicità non è un concetto sempre facile da capire. La gente s’incazza di fronte alla semplicità. Ha bisogno di cose complicate, fortemente intellettuali e articolate per sentirsi affine agli altri. La semplicità è in verità un’aspetto della vita piuttosto sconvolgente e molto poco discusso. Può essere anche una risata priva di giudizio, di fronte a qualcuno che ti sta insultando.

Permettici di farti ora qualche domanda più personale: come va la tua vita sentimentale?

CHIARA: pochi giorni fa ho sognato di trovare la mia anima gemella in un ascensore. Magari tra un po’ succede davvero... (ride) Sto bene adesso. È un periodo bello,anche se non mancano sfide e difficoltà. Penso sia un buon punto di partenza per l’amore.

Il tuo status di celebrità è mai stato un ostacolo nelle storie d'amore che hai vissuto finora?

CHIARA: Un po’ si. Ma poi diventa anche un alibi. È vero che a volte la gente si sente intimorita dal fatto che sei una persona pubblica. Lo capisco. Il mio senso di normalità a volte mi impedisce di vedere la malizia che si nasconde dietro alcuni ragionamenti.
In passato quando me ne accorgevo, mi chiudevo troppo a riccio ed esageravo nel proteggermi. Oggi se sento che una persona non è affine al mio essere, continuo a volerle bene ma non ho interesse a costruire una relazione che sia d’amicizia o altro. Passo oltre. Lascio andare. A volte ho pensato di essere stata sfruttata. Ma le mentalità vittimistiche non mi piacciono, ci sono già passata, le ho vissute e non portano a nulla di buono.Non mi ci riconosco più. La cosa importante è essere consapevoli di cosa si sta facendo e chi si sta frequentando. I segnali il corpo ce li manda sempre, bisogna dargli retta.

Come definiresti il tuo carattere, ricorrendo a non più di tre aggettivi?

CHIARA: Semplice. Forte. Possibilista.

Qual è il tuo rapporto con la mondanità? Sei una “tipa da feste”, oppure preferisci occuparti d'altro?

CHIARA: Non sono un’abituèè ma non è che me ne vanti. A volte mi sforzo, perché penso sia utile uscire dalle proprie zone comfort e vedere un po’ di mondo diverso dal proprio. Di tanto in tanto meglio “violentarsi” nel senso buono, andare contro natura e fare ciò che non faresti. Osservare, confrontarsi, fa bene per crescere, capire cosa vuoi e non vuoi. Lo dico per esperienza, non è una frase fatta.

Conosciamo il tuo interesse per la Kabbalah, che studi oramai da diversi anni. Come mai ti sei avvicinata a questa filosofia di vita?

CHIARA: Sono stata invitata. Per curiosità ho assistito ad un seminario introduttivo. Oggi sono quasi 5 anni che studio e pratico menthoring per alcuni studenti.Desideravo strumenti di conoscenza più approfonditi. Mi sono allontanata da tutto ciò che era fortemente idealista etico ed intellettuale ,perché non mi dava risposte soddisfacenti, anzi non mi stimolava nemmeno a farmi le domande giuste. Ero tra le persone più idealiste e ed etiche fino a qualche mese fa. Tutte cose troppo intellettuali, che ti strozzano. A volte in un’ area intellettuale c’è il rischio di parlare per frasi fatte, per poter dire la cosa che tutti ammireranno.
Vuoi essere perfetto e sei schiavo nel voler difendere un’immagine che ritieni sia giusta per te e che sai può piacere alle persone…Vuoi l’approvazione degli altri, vivi per gli altri e non sai chi sei. Che cosa strana. Rincorri le cose. Rincorrere le cose fa male alla salute. Magari si, sarai idolatrato temporaneamente da gente intellettuale come te, ma forse alla fine non senti davvero ciò che stai dicendo, non sei in contatto reale con te stesso e prima o poi quella cosa finirà. Cambiando discorso, la kabbalah invece, ha molto da spartire con la nanotecnologia, Vorrei sfatare definitivamente la cosa che si tratta di religione; non c’è nulla di più lontano. Comunque è un discorso ampio e particolare non facile da spiegare in poche righe. Non voglio essere un limite a chi vorrebbe assistere ad un corso. La Kabbalah è una scelta e bisogna studiare quotidianamente per capirla bene, perciò mi fermo qui (www.kabbalahcentre.it) . Vorrei solo aggiungere che non c’è bisogno di credere in nulla nella kabbalah, non è appunto, come dicevo, religione. Sono solo informazioni. Il credere è ancora una cosa intellettuale. Chi prova concretamente la kabbalah può rendersi conto se può essere una scelta interessante e idonea per sé.

Concludiamo questa interessantissima chiacchierata ringraziandoti per la disponibilità, e chiedendoti se vuoi dire qualcosa ai tuoi fans più cari.

CHIARA: Grazie a te per lo spazio. Approfitto per abbracciare tutte le persone che supportano me e mia sorella fin dal primo disco e ci risentiamo ad Ottobre per il nuovo album.
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1 commento:

Anonimo ha detto...

Bellissima anche a seno nudo. Molto erotica in topless in Kamasutra. Complimenti Chiara.