domenica 12 settembre 2010

Il segreto più oscuro di Lady Gaga




Due aspiranti stelle, un cumulo di sogni condivisi in uno studio di registrazione. Una muore e di ciò che voleva diventare resta solo qualche traccia su YouTube. L’altra esplode in un boato planetario di sintetizzatori, tinte platino, provocazioni e diventa Lady Gaga. Ora la madre di Lina Morgana, volata giù da un grattacielo di New York nel 2008, accusa: «Lady Gaga ha rubato la vita di mia figlia, tutto ciò che l’ha resa famosa lo ha inventato la mia Lina».
La storia comincia quando Rob Fusari, produttore discografico, nel 2007 aveva fatto conoscere due ragazzine nel suo studio del New Jersey. Stefani Germanotta sapeva scrivere canzoni, Lina Morgana sapeva cantare: insieme avrebbero potuto fare faville. Incidono una dozzina di brani, nessuno dei quali vedrà la luce. Un anno più tardi, il 4 ottobre 2008, la collaborazione si interrompe: Lina viene trovata cadavere su un marciapiede di Staten Island: si era lanciata nel vuoto dalla sua camera d’albergo. Aveva 19 anni. Un mese più tardi Stefani aveva cambiato nome in Lady Gaga e faceva il suo ingresso da dominatrice nell’universo del pop.
«Quella donna ha rubato l’anima di Lina». Yana Morgana ha 41 anni, si è sfogata sulle colonne del New York Post. «Mia figlia aveva lo stile che ha reso famosa Lady Gaga. Ogni parola che lei pronuncia l’ha sentita da Lina: racconta di aver avuto una vita difficile, ma Stefani ha studiato nella stessa scuola di Nicky Hilton (sorella di Paris, ndr). Chi ha avuto grosse difficoltà è stata Lina, immigrata dalla Russia e figlia di una ragazza madre». Tyler Schwab è l’ex ragazzo di Lina: «Quando ho visto Lady Gaga per la prima volta in tv sono rimasto impietrito. Aveva lo stesso look, lo stesso stile, la stessa voce, faceva la stessa musica di Lina. Ho avuto l’impressione di guardare un fantasma». Interscope, la casa discografica, non commenta la vicenda, ma la madre avverte: «Non voglio fare causa a nessuno. Voglio solo che Interscope riconosca che Lina era un’artista e pubblichi la sua musica».
(Fonte: www.leggo.it)

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